martedì 2 febbraio 2010

INCONTRO

REGIONALI La Puppato dice sì a Bersani "Smaschereremo i bluff di Zaia"


«Grazie per la fiducia, accetto». Un sms sobrio. Lo ha inviato ieri Laura Puppato a Pierluigi Bersani, sciogliendo le ultime riserve. Il sindaco di Montebelluna ha deciso: alle regionali sarà capolista del Pd nella Marca, anche se la designazione avverrà 11 febbraio. «Daremo filo da torcere a Lega e Pdl - dice la Puppato - i partiti dell'incoerenza».


Laura Puppato, sfumata la candidatura da governatrice, digerita l’'amarezza, ora accetta di fare l’'accalappia voti per Bortolussi.

«Ho dato la mia disponibilità perché credo nel Pd. Bersani venerdì a Padova ha confermato la serietà della proposta: in caso di vittoria di Bortolussi, diventerei il suo alter ego, scatterebbe un ticket».


Ieri ha sciolto le riserve dopo aver parlato con Quarello e Zoggia, referente per gli enti locali del Pd.

«Mi hanno detto che a Venezia posso diventare un punto di riferimento per i sindaci del Veneto, impegnati ogni giorno in problemi che conosco bene».


Lo stile-Puppato esportato in Regione.

«La ricetta è: lavoro sodo e meritocrazia. E non voglio saperne di correnti politiche e lotte per bande».


Le elezioni comunque le vinceranno Lega e Pdl con Luca Zaia.

«Avrei comunque un ruolo preciso in consiglio regionale: dai banchi dellopposizione martellerò una maggioranza che, in questi anni, ha marciato a suon di contraddizioni. Incoerente con se stessa: in Regione Lega e Pdl decidono in un modo, a Roma legiferano in un altro».


Populismo vicente.

«Zaia, di fronte alla bocciatura degli inceneritori di Unindustria da parte del consiglio regionale, dice che prima di prenderli in considerazione bisogna dotare la Regione di un piano energetico. Eppure Zaia è stato vicegovernatore, e Galan ha avuto anni a disposizione per adottare un piano energetico. Ebbene, non hanno fatto nulla. Stesso discorso per lo smog: se ne parla da anni ma la Regione non lo ha mai combattuto. Solo proclami. E intanto sempre più bambini si ammalano di asma».


E invece voi...

«Il piano energetico sarebbe una priorità, se vincessimo le elezioni: lo adotteremmo in 5 anni. E contro lo smog potenzieremo il trassporto pubblico urbano, con mezzi leggeri e non inquinanti. La Regione queste cose le può fare, ma Lega e Pdl non si sono impegnate».


L’'asse dell’'incoerenza.

«Gli ordini del giorno per mantenere lacqua bene pubblico, presentati da Lega e Pdl a livello locale, mossa popolare, si scontrano con le decisione, di natura opposta, prese a livello romano».


Zaia ha detto che il Veneto, con lui, diventerà il laboratorio del federalismo.

«Un federalismo di facciata. Noi invece siamo per la valorizzazione delle autonomie locali. Fino ad oggi le istanze delle realtà locali non sono state intercettate, da chi ha governato la Regione. Il governo del Veneto è diventato marginale, rispetto alle richieste del territorio. Imprese comprese».


E così le fabbriche chiudono.

«Cosa si è fatto per tenere in Veneto realtà come North Face e Alcoa? Perché la Regione non avvia una politica concreta per ridurre i costi dellenergia per le imprese? Perché non lo fa investendo sulle energie rinnovabili?».


Non è che il popolo dei comitati, deluso per la sua mancata corsa da governatrice, diserterà le urne?

«Mi auguro di no».


Il Pd non ha fatto le primarie in Veneto tra lei e Bortolussi per evitare un altro effetto Vendola?

«Lo dice lei».


Nel Pd non sono mancati quelli che hanno cercato di farle le scarpe.

«La gente ti vota non perché appartieni a una certa corrente del Pd ma solo se sei credibile».


I centristi Pd hanno remato contro, le civiche di centro vi hanno mollato.

«Quei partiti che si autoproclamano rappresentanti dei valori cattolici e di centro dimenticano che il mondo cattolico ha riferimenti anche a sinistra, a destra e perfino in Lega».


Hanno detto che lei è troppo rossa.

«Per le europee sono stata contattata anche da due conventi di suore: volevano votarmi».


Però i centristi hanno pestato duro.

«Certi politici fanno ostruzionismo senza accorgersi che non rappresentano più nemmeno se stessi».


(Treviso 31 gennaio 2010)


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