martedì 31 marzo 2009

6 APRILE 2009

Per prepararci alle Elezioni Amministrative è convocata l'Assemblea degli iscritti e costituenti del Partito Democratico - Circolo di Noventa Vicentina, lunedì 6 aprile alle ore 21.00 presso la sala riunioni del Teatro Modernissimo.

mercoledì 18 marzo 2009

VITTORIA DEL PD... On. Sbrollini: dal PD ossigeno per i Comuni

Oggi alla Camera è stata votata la mozione del PD (primo firmatario il seg. naz. on.Franceschini), concernente iniziative in merito alla situazione economico-finanziaria degli enti locali. La mozione è stata accolta dall'aula segnando una grande vittoria per il PD e per i Sindaci che da tempo attendevano segnali concreti nei confronti dei Comuni che si trovano in enormi difficoltà economiche.

L'on. Sbrollini ribadisce che: “questa iniziativa parlamentare del PD va nella direzione indicata in più occasioni dagli amministratori locali e dai Sindaci in primo luogo”.

Con l'approvazione della nostra mozione, prosegue la Sbrollini: “s'impegna in Governo a”:

  • definire gli interventi da adottare per ovviare alla grave situazione in cui versano i comuni e le province;

  • a garantire l'integrale copertura del minor gettito derivante dall'abolizione dell'ici sulle abitazioni principali; 

  • ad adottare iniziative per consentire l'utilizzo degli avanzi di amministrazione per la spesa in conto capitale, in particolare per lavori di medio importo realizzabili entro il 2009; 

  • ad adottare iniziative per escludere dai saldi utili del patto di stabilità interno i pagamenti a residui concernenti spese per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa, a fronte di impegni regolarmente assunti ai sensi dell'articolo 183 del testo unico degli enti locali;

  • a incentivare l'utilizzo del patrimonio immobiliare per sostenere la spesa in conto capitale ed abbattere il debito, in particolare, eliminando i vincoli che impediscono l'utilizzo dei proventi della vendita del patrimonio per finanziare la spesa per investimenti.

Si tratta di un passo nella giusta direzione che può offrire ai Comuni alcuni spazi di manovra, ovvio che questo non si può che considerare un primo passo per giungere al risultato più grande; ovvero porre le municipalità nelle condizioni operative che questi enti meritano, sia per la loro importanza che per permettere loro di poter garantire tutti i servizi necessari ai propri cittadini”.

Roma, 17 marzo 2009 - On. Daniela Sbrollini

martedì 17 marzo 2009

Presidente, questa è un'emergenza



Referendum ed elezioni in un'unica data. 

E i soldi alle forze dell'ordine

Il PD ribadisce: l'election day di giugno farebbe risparmiare oltre 460 milioni


Il prossimo giugno milioni di italiani saranno chiamati a scegliere i propri rappresentanti in Europa e nelle amministrazioni locali. Pochi giorni dopo si dovranno recare di nuovo alle urne per il voto referendario. La domanda che da tempo si pone il PD è perché non fare in modo che esista un unico turno, un election day, che permetta di portare ai seggi una volta sola e che, soprattutto, faccia risparmiare oltre 460 milioni di inutili spese elettorali. Una proposta di buon senso, una risposta che è vicina alle persone in grande difficoltà con l’estenuante crisi economica.
In effetti non pare che esistano valide motivazioni razionali per opporsi a questa richiesta se non quelle degli interessi di pochi, e di una persona in particolare, il cui obiettivo rimane quello di svilire l’importanza dell’istituto referendario e ricompattare una maggioranza sfilacciata. Detto in altri termini, a Berlusconi interessa solo evitare che il referendum ottenga il quorum necessario e poco importa se per ottenere il risultato vengano bruciati 460 milioni di euro in pochi giorni.
Durante il suo intervento in Aula della Camera, il segretario Dario Franceschi ha chiarito “che si debba avere, ognuno di noi, ogni forza politica, il coraggio delle proprie scelte politiche, anche se impopolari, anche se faticose da spiegare, come questa del rifiuto allo svolgimento in un unico giorno delle elezioni del 7 giugno, e non invece inventare ipocrisie, arrampicarsi su funzioni giuridiche più o meno improbabili, cercando di coprire invece il merito; e in questo caso il merito è molto chiaro: perché la maggioranza possa stare assieme deve pagare alla Lega il prezzo di un'operazione che attraverso i tempi di svolgimento del referendum ne impediscano, diano la certezza di impedirne l'approvazione, impedire cioè che vincano i sì”.
Poi parlando al Forum organizzato dalla Confcommercio a Cernobbio, il leader del Partito Democratico ha ribadito che "ci hanno detto 'no' anche sull'Election day. Questa è qualcosa che grida vendetta. E tutto - ha concluso - per evitare di raggiungere il quorum al referendum". Ovviamente quella del governo è una scelta per mettere al riparo la tenuta della maggioranza, per non innervosire la Lega contraria al referendum.
Queste sono le ragioni principali della campagna “Presidente, questa è un’emergenza” con cui il Partito Democratico chiede a chi non vuole l’ennesimo strappo al buon senso e un calcio al valore dei soldi, soprattutto quando ce ne sono pochi come in questo periodo di crisi, di inviare una cartolina di protesta contro la scelta di Berlusconi. Con i 460 milioni che si risparmierebbero, il PD propone di potenziare con uomini e mezzi le Forze dell’Ordine, acquistare il carburante per le volanti, riparare quelle ferme perché rotte, e pagare gli straordinari al personale.

Presidente, questa è un'emergenza 

La cartolina pro election day

lunedì 16 marzo 2009


I Valori e le Idee del PD, dibattito a Quinto Vicentino.

27 Mar 2009

Incontro-dibattito con l’on. Daniela Sbrollini: riflessioni, proposte, domande per guardare al futuro del Partito Democratico con sereno ottimismo.

L’appuntamento è per venerdì 27 marzo ore 20,30 presso Villa Thiene, a Quinto Vicentino.

giovedì 12 marzo 2009

Il valore della costituzione. Piero Calamandrei 1955

Piero Calamandrei
Il valore della Costituzione. 1955
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove; perché si muova, bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile: bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indif­ferenza alla politica. È un po' una malattia dei giovani l'indifferentismo. «La poli­tica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica?». È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c'è, si vive in regi­me di libertà. C'è altro da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io! Ci sono ... , Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la li­bertà è come l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di ri­uscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica. Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioven­tù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la co­scienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, un tutto nei limiti dell'Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue quanto dolore per arri­vare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo fucilati, impiccati, tortura­ti, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché libertà e giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta è un testamento, è un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovun­que è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.

Ciao a tutti . Marta
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lunedì 9 marzo 2009

L'Italia nella crisi.E' un'isola felice di Eugenio Scalfari

La Repubblica,8/3/2009.L´Italia Nella crisi È un´isola feliceEUGENIO SCALFARIL´industria americana dell´auto è moribonda. Le grandi banche americane traballano malgrado robuste iniezioni di liquidità e con loro traballano le grandi assicurazioni pubbliche. Le banche dell´Est europeo agonizzano coinvolgendo le loro finanziatrici austriache, svedesi, tedesche, britanniche. Traballano anche alcuni Stati sovrani dentro e fuori Eurolandia: Lettonia, Ucraina, Grecia, Irlanda, l´emirato di Dubai. Le Borse crollano in tutti i paesi occidentali e in Giappone. Il credito è ingolfato. «I messi di sventura piovon come dal ciel».In questa generale catastrofe c´è un´isola felice, l´Italia. Banche solide, risparmio privato abbondante, debito pubblico elevato ma sotto controllo, governo lungimirante. «Adelante Pedro, con juicio». Berlusconi è il secondo dopo Dio e Tremonti il suo profeta. Il futuro è terra incognita ma il presente è terra solida.Negli ultimi giorni, per ricostituire una fiducia latitante, il governo ha sparato una raffica di cifre da mozzare il fiato, una mitragliata di provvedimenti, un esempio inimitabile di prudenza, saggezza, audacia ed esperto coraggio. Gli altri annaspano, Obama compreso, ma noi sappiamo dove andiamo.Una sola ruota non funziona: una stampa allarmista, una tivù pubblica che critica il governo, un´opposizione blaterante, un sindacato all´insegna del tanto peggio-tanto meglio.(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)Non fosse per quest´elemento impazzito, l´ingranaggio marcerebbe a meraviglia e il sistema Italia potrebbe ambire legittimamente ad una leadership europea. Mondiale no, anzi non ancora, ma non mettiamo limiti alla divina provvidenza. Domani del resto papa Ratzinger benedirà Roma dal balcone del Campidoglio con a fianco il sindaco Caltagirone. Chiedo scusa, il sindaco Alemanno.Insomma qui, nel paese-giardino della Chiesa, tutto va nel migliore dei modi.* * *Le cifre sono sbalorditive. Vediamole. I miliardi di euro mobilitati erano due mesi fa 140. Dei quali 80 immediatamente disponibili. Di questi la metà si è persa per strada ma 40 sono rimasti in linea ed il loro impiego (triennale) si sta ora discutendo.Non si è capito bene se si parla di competenza o di cassa. Sembrerebbe piuttosto la prima che non la seconda. La cassa infatti è praticamente vuota: le entrate correnti sono in calo (vistoso), il fabbisogno del Tesoro è in aumento, l´avanzo primario al netto degli interessi sul debito si è dimezzato. Ma queste sono quisquilie, pinzellacchere come scrivevano gli umoristi del «Bertoldo» e del «Marc´Aurelio» settant´anni fa.Certo c´è anche per noi qualche cattiva notizia. Per esempio il pil del 2008 ha registrato un regresso dell´1 per cento sull´anno precedente. Tremonti non lo sapeva, l´ha letto sui giornali.Per il 2009 la recessione (si chiama così) sarà maggiore: -2,6. Qualcuno più pessimista parla di -3. Qualcun altro più pessimista ancora di -4. Tocchiamo legno. Pressione fiscale al 43,5. Debito pubblico al 110 per cento sul pil. Ma, ripetiamolo, non è su questi tavoli che si gioca la partita. La Cassa integrazione è aumentata del 550 per cento rispetto all´anno precedente, segno che l´Italia è un vero paese industriale e che la Cassa ha i denari sufficienti a reggere l´ondata di crisi. L´ondata aumenterà nelle prossime settimane? Tranquilli: Tremonti ha già costruito argini robusti per contenere la piena.* * *Eccoli dunque, quegli argini. Cominciamo coi Tremonti-bond: dodici miliardi a disposizione del sistema bancario. Costo per le banche tra l´8 e il 9 per cento. Le banche emettono, il Tesoro acquista e ne ricava il 4 per cento di utile. Insomma ci fa un affare. Le banche no. A che cosa servono? A rafforzare il patrimonio. Facendo debito a condizioni onerose. Con l´obbligo di erogare crediti alle piccole e medie imprese. I prefetti vigileranno all´adempimento.Nel frattempo alcune imprese assicurative e bancarie hanno emesso obbligazioni al 4 e mezzo per cento, coperte in poche ore da un vasto pubblico di sottoscrittori. Per cui non si vede a che cosa servano i Tremonti-bond. Il ministro del Tesoro ha detto che tre grandi banche avevano prenotato i tre quarti della cifra stanziata. Tre giorni dopo Berlusconi lo ha corretto dicendo che solo una banca aveva manifestato interesse e che comunque non era quella la vera linea di resistenza contro la crisi. Chi dice il vero, il premier o il Tesoriere?Il premier non gradisce i toni spesso drammatizzanti del Tesoriere e lo ha pubblicamente redarguito. Il Tesoriere ha prontamente rettificato. La colpa è dei giornali, non puoi sbagliarti.La vera linea di resistenza è un´altra: 17,8 miliardi per infrastrutture e questa sì che è una buona notizia. Deliberati dal Cipe, copertura in parte con stanziamenti già previsti in Finanziaria e in parte provenienti dai fondi per le aree sottosviluppate (Fas) in mano alle Regioni. Le quali, per mollare una parte del malloppo, hanno ottenuto che fosse destinato anche agli ammortizzatori per i precari. Così è stato: quattro miliardi ai precari licenziati e il resto a Matteoli, ministro delle Infrastrutture e vicesindaco della fatidica Orbetello.Però la cifra vera non è quella. Per il 2009, l´anno orribile, le somme stanziate dal Cipe nelle due sedute del 18 dicembre e del 6 marzo ammontano a 12,3 miliardi, ai quali ne vanno aggiunti 2,1 già stanziati nella Finanziaria di settembre. Ma 3,6 miliardi vanno invece sottratti perché destinati a spese correnti (ferrovie e traghetti). La cifra netta non è dunque di 17,6 ma di 10,8 miliardi. Per aprire cantieri. Matteoli dice che saranno aperti entro sei mesi e dunque se ne parlerà ai primi di settembre. Ma c´è cassa? Sembra di no. Sembra che la cassa sia a secco. Per fare cassa di questi tempi c´è un solo modo: emettere Bot. Aumentando lo stock del debito.Pazienza. Ma i cantieri? A settembre ne apriranno alcuni, quelli più piccoli. Valutazioni attendibili parlano di un 20 per cento della cifra totale, cioè un paio di miliardi. Magari tre se va molto bene. Per il resto se ne parlerà nel 2010. Il ponte di Messina? Non è roba da fare subito. L´autostrada Civitavecchia-Cecina? Se ne parlerà nel 2013. La Salerno-Reggio? Sono vent´anni che si sente questo nome; un bello spirito ha detto: «Se la risento nominare metto mano alla pistola». Volete dargli torto?* * *Pare che il premier abbia in mano altri 9 miliardi e Tremonti altri 13. Da dove vengono? I nove sono fondi già stanziati e attribuiti a quattro diversi ministeri, rastrellati ora dai loro bilanci e unificati. I quattro ministri, tra i quali Scajola e Prestigiacomo, hanno strillato come aquile ma poi, come sempre, si sono acquietati.I 13 miliardi sono della Cassa depositi e prestiti. Verranno destinati a finanziare progetti di privati costruttori. Tra i quali pensiamo ad Alemanno. Mi scuso: volevo dire a Caltagirone. Ma anche a garantire prestiti bancari alle Pmi (Piccole e medie imprese).Questo governo adora garantire sperando così di fare le nozze con i fichi secchi: debiti di firma, se ci fosse un patatrac dovrebbe sborsare denari sonanti, ma fin quando non ci sarà si fa bella figura senza sborsare un centesimo. Quando si dice creatività!Per questa ragione Berlusconi rifiuta la proposta di Franceschini per assicurare uno stipendio minimo ai precari che perdono il lavoro. A conti fatti quella proposta costerebbe meno di 5 miliardi ma quelli sì, bisognerebbe sborsarli subito. Quindi non va bene.Conclusione: gli argini veri non ci sono. Ci sono promesse e garanzie. Se una, una sola di quelle garanzie venisse escussa, il finto argine verrebbe giù tutto insieme. Parole parole parole: Mina di quarant´anni fa. Berlusconi da sempre. L´Italia, un´isola felice. Se non esce il rosso uscirà il nero o viceversa. Se Obama non dovesse farcela sarebbero serissimi guai e per noi peggio di tutti.Post scriptum. Berlusconi si è quotato per 100 milioni da versare al fondo per la ricostruzione di Gaza che entrerà in funzione quando sarà fondato lo Stato palestinese. I giornali italiani di bandiera hanno dato grande risalto a questa presenza italiana. Mi domando in quale Paese viviamo.
c/o Fondazione "MAURO NORDERA BUSETTO" Via Carlo Porta 36025 Noventa Vicentina (VI)