martedì 24 novembre 2009

1000 PIAZZE PER L'ALTERNATIVA



Con Berlusconi ci sono sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri. Il PD sarà in piazza due giorni per presentare le sue proposte agli italiani


1000 piazze per l’alternativa. Il PD sarà in piazza l’11 e 12 dicembre dalla parte degli italiani, con l’obiettivo di tornare a occuparsi dei problemi di tutti e non di quelli del premier. Come dicono i messaggi sui manifesti "sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri".
Sarà un week end di mobilitazione quello di dicembre che non resterà isolato, con inziative che continueranno durante il 2010, tanto da delineare “un programma alternativo di governo, insieme al popolo delle primarie” come ha rimarcato Rosy Bindi, presidente del Pd “nei mesi scorsi sono stati troppo trascurati, li chiamiamo a mobilitarsi da subito e poi nei circoli”.
Sarà il modo per ricordare al governo, che si preoccupa solo dei problemi giudiziari di Berlusconi cosa davvero non va:
il lavoro dove abbiamo registrato un milione di disoccupati in più, senza contare il livello di persone che non riescono a trovare un'occupazione, il più alto in Europa.
E se le persone non hanno lavoro è evidente che a soffrire sono le imprese e i piccoli studi professionali. 50.000 quelli che rischiano di chiudere per sempre.O la sanità, dove a fronte dei risultati ottenuti dalle regioni di centrosinistra senza sacrificare i servizi per i cittadini il Governo ha messo zero euro in Finanziaria per la ristrutturazione e la costruzione di ospedali più moderni.
Problemi trascurati da un Berlusconi debole, con un governo e una maggioranza senza guida, impegnati a litigare sui giornali, come nel caso del litigio tra Giulio Tremonti e Renato Brunetta sulla conduzione della politica economica dell'esecutivo.
“Questa situazione segnala la noncuranza per i problemi degli italiani – attacca Rosy Bindi - nessuno parla di lavoro, famiglia, impresa. Tutti sono presi a litigare tra di loro: i ministri contro il ministro dell'Economia; il presidente della Camera, nella sua veste di capo politico, in conflitto permanente con la Lega sulle politiche per l'immigrazione; il partito del Sud contro il partito del Nord. Questo e' lo stato della maggioranza e del governo. E' evidente che tutto questo dipende dal fatto che, non solo, manca un programma ma che il garante di questa confusione prima era Berlusconi. Ora, però, Berlusconi si e' fortemente indebolito ed è chiaro che si è aperta una dialettica per la successione. Ma tutto questo è un problema anche per il Paese e per gli italiani, e noi vogliamo elaborare insieme ai cittadini e ai nostri circoli la bozza del nostro programma di governo".

“Ci occupiamo di quello di cui parlano le famiglie la sera a tavola – ha aggiunto il vicesegretario del PD, Enrico Letta - per ogni settore presenteremo le nostre linee programmatiche".
Così per il federalismo la proposta del Pd è di chiedere, anche con una raccolta di firme, la sospensione del patto di stabilità per i comuni virtuosi. Mentre il problema della giustizia “va risolto per i 50 milioni di italiani che chiedono una giustizia più efficiente. Dico alla maggioranza: fermatevi, ritirate il provvedimento sul processo breve. L’intera cultura italiana avanza o critiche o perplessità a quel provvedimento. Prendetene atto. Non e’ immaginabile cominciare a parlare di giustizia con un ricatto sul tavolo. La settimana prossima- ha aggiunto Letta- ci sarà un’occasione per affrontare alcuni temi della giustizia nell’ambito del voto alla mozione del Pd sulle riforme”.
Gli incontri nelle 1000 piazze serviranno anche a diffondere i progetti di legge e gli emendamenti già presentato in Parlamento e bocciati dalla maggioranza su questi temi e sulla scuola, l’ambiente, la giustizia, le riforme istituzionali.
Iniziative diverse dal “No B. Day” che serve solo a convincere chi è già convinto, senza portare nuovi consensi, occupandosi invece di tutti i problemi che riscontrano gli italiani.

E se l’11 e 12 dicembre i cittadini incontreranno Pier Luigi Bersani e gli altri esponenti del PD poco dopo, il 14 dicembre, ci sarà l’incontro di un migliaio di amministratori locali del Pd a Milano per dire basta al federalismo delle chiacchiere della Lega e di un governo che ha abolito l’unica imposta davvero federale, l’Ici, che dava risorse ai comuni.

da Partito Democratico

giovedì 19 novembre 2009

Parlamento subisce un nuovo voto di fiducia

Questa volta con Decreto si privatizza l'acqua.


Come purtroppo avevamo previsto il Governo ha posto la questione di fiducia sul Decreto 135, che, tra le altre cose, determina la privatizzazione del servizio idrico nel nostro Paese.

E’ un gravissimo colpo di mano inferto ad uno dei settori più delicati dei sevizi pubblici, fatto contro i cittadini utenti, contro il Parlamento contro ogni buon senso amministrativo.

Si è voluto bloccare di fatto ogni discussione di merito, impedendo alle tante obiezioni e contrarietà di emergere laddove era naturale emergessero: l’aula del Parlamento.

La Lega, che si riempie la bocca di parole quali federalismo e autonomie locali, con questo provvedimento scippa agli enti locali un patrimonio di cultura amministrativa e di buon governo con le conseguenze che già si vedono laddove l’acqua è privatizzata: aumento delle tariffe, diminuzione degli investimenti, sistema idrico al collasso.

In aula alla Camera il gruppo del Partito Democratico, prima che il Governo esplicitasse la volontà di porre la questione di Fiducia, ha posto in votazione la pregiudiziale di incostituzionalità. Pregiudiziale bocciata dalla maggioranza con soli 28 voti di scarto.

Aspetto non trascurabile è la palese conflittualità che il decreto presenta nei confronti delle normative europee vigenti in materia.

Proprio in questo momento diventa fondamentale essere a fianco di tutti i cittadini, degli enti locali, e di tutte i comitati sorti spontaneamente, per protestare contro questa legge che ci fa tornare indietro sia nella buona amministrazione che nel diritto all’accesso ad un bene fondamentale come l’acqua.

La battaglia politica non si concluderà quindi con il voto di fiducia imposto al Parlamento, ma continuerà tra i cittadini e nelle sedi comunitarie.

On. Daniela Sbrollini

martedì 17 novembre 2009

CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L'ACQUA” - IL GOVERNO PRIVATIZZA L’ ACQUA !









  • Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale

    IMPEDIAMOLO !

    Con un decreto del 10 settembre scorso il Governo regala l’acqua ai privati: sottrae ai cittadini l’acqua potabile, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.
    Oltre 400.000 cittadini hanno sottoscritto una legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica, che riconosce il diritto all’acqua ma la proposta giace da due anni nei cassetti delle commissioni parlamentari.
    Entro il prossimo 24 novembre, il decreto che privatizza l’acqua potrebbe diventare legge.
    Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita
    Si tratta di un provvedimento inaccettabile!
    Pertanto, noi firmatari del presente Appello chiediamo:

    - A tutti i Parlamentari il ritiro delle nuove norme che privatizzano l'acqua e di escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica riconoscendo l’autonomia di scelta dei modelli di affidamento da parte degli ATO ed Enti locali.

    - Alle forze politiche di sostenere le proposte del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua e in particolare la rapida approvazione della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

    - Ai Presidenti delle Regioni di presentare ricorso di costituzionalità contro l’Art.15 del D.L. 135/09 a tutela della autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione.

    - Agli Eletti nei Consigli Comunali di prendere posizione contro l’Art.15 del D.L 135/09 e di assumere l’impegno ad inserire nello Statuto Comunale il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e dichiarando il servizio idrico privo di rilevanza economica.

    - Ai Cittadini di protestare contro questo Decreto del Governo facendo pressioni sui parlamentari e raccogliendo adesioni a sostegno del presente impegno.

    Il presente Appello con le firme raccolte sarà inviato anche al
    Presidente della Repubblica
    e ai Presidenti delle due Camere

    L’acqua è un diritto umano universale e un bene comune da conservare per le future generazioni.

    Il servizio idrico deve essere gestito da enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori.

    Salvare l’acqua è una questione di democrazia

    Ottobre 2009 -
    Appello a cura Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua

    Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
    segreteria@acquabenecomune.org
    www.acquabenecomune.org

TEATRO MODERNISSIMO-NOVENTA VICENTINA


lunedì 16 novembre 2009

Rosanna Filippin segretario del Partito Democratico del Veneto


Padova 15 novembre 2009

Rosanna Filippin è il nuovo segretario del Partito Democratico del Veneto. È stata eletta per acclamazione, questa mattina a Padova, dall’assemblea regionale, dopo che Andrea Causin, il candidato della mozione Franceschini, aveva annunciato, all’insegna di «responsabilità e unità», il ritiro dal ballottaggio, invitando tutti i delegati a votare per la candidata vicentina.
Con l’elezione di Felice Casson alla presidenza dell’assemblea regionale e la designazione di Andrea Causin alla vicesegreteria (l’annuncio è stato dato dalla stessa Rosanna Filippin, dopo il suo l’insediamento), il Partito Democratico del Veneto ritrova l’unità.
«Alle elezioni regionali mancano solo 131 giorni. È quella la vera sfida che attende ora il Partito Democratico. Il tempo della competizione interna è finito, e da domani il partito tutto deve lavorare unito per costruire l’alternativa per il governo del Veneto» ha affermato Rosanna Filippin.

martedì 10 novembre 2009


All’on. Massimo Calearo Ciman

e p.c. Ai coordinatori di Circolo

Ai coordinatori di Zona

Ai componenti Assemblea Provinciale

Ai componenti Assemblea Nazionale

Ai componenti Assemblea Regionale

Caro Massimo,

mi permetto di scriverti alcune righe all’indomani della tua decisione di lasciare il Partito

Democratico e, nel farlo, cercherò anche di interpretare i sentimenti degli iscritti e degli elettori che

ti hanno votato non più tardi di un anno e mezzo fa.

Quando Walter Veltroni annunciò la tua candidatura al Parlamento più di qualcuno nel PD

rimase letteralmente incredulo perché sembrava inconcepibile che un confindustriale di peso,

addirittura un “falco” nelle trattative con i sindacati, venisse candidato, come capolista, da un

partito di sinistra. Molti di noi però giustificarono e approvarono la scelta: se il PD voleva e vuole

essere un partito del lavoro, oltre che di tanti altri valori, deve anche rappresentare adeguatamente il

mondo imprenditoriale.

Quante volte abbiamo detto che la ricchezza del partito sta non solo nella pluralità delle

culture che lo hanno fondato ma anche nelle biografie, necessariamente diverse, delle persone che

hanno deciso di aderirvi? Innumerevoli.

In questi mesi non ci siamo pentiti della scelta, lavorando fianco a fianco abbiamo imparato

a conoscerci, ad apprezzare il tuo impegno e ad accettare anche quegli aspetti del tuo agire che

magari si conciliano meglio ad un consiglio di amministrazione che ad un partito.

Ora, nel mezzo di un percorso ancora lungo, difficile ma non privo di soddisfazioni (e penso

al successo di partecipazione delle ultime primarie) arriva la tua decisione di lasciare il PD per

andare, presumo, nel gruppo misto della Camera. La giustificazione, mi par di capire, è “che il PD

non è più quello di Veltroni ma sta prendendo una deriva socialdemocratica che lo porta lontano

dal mondo imprenditoriale.”

Sulla base di queste tue dichiarazioni, mi sento di esprimerti alcune considerazioni che per

ragioni di sintesi preferisco esporre per punti:

1. Quando un esponente politico perde una battaglia congressuale non abbandona il partito

lamentandosi del fatto che il partito non ha avuto la lungimiranza per seguirlo, ma lavora

ancor più per dimostrare la validità delle proprie idee.

2. Non credo che il PD stia seguendo una deriva socialdemocratica se con “deriva

socialdemocratica” intendi la volontà di costruire un partito che non riconosca e non

valorizzi le altre culture fondative: cattolico-democratica, ambientalista, liberal-democratica,

ecc. Vorrei però sottolineare che partiti socialdemocratici, nelle varie accezioni nazionali,

hanno guidato e guidano grandi paesi europei (Spagna, Inghilterra) anche per i risultati che

hanno saputo conseguire in campo economico.

3. Per quanto riguarda i rapporti con gli imprenditori, c’è inoltre da aggiungere che Bersani è

sicuramente uno degli interlocutori più attrezzati per dialogare con loro (non è il caso di

ripercorrere qui la sua biografia politica ed i suoi rapporti con il mondo economico).

4. Non ci sono elementi per dire adesso, come ha fatto Rutelli, che il progetto del PD sia

fallito. Almeno che Rutelli non confonda i suoi fallimenti personali con quelli del partito

che, con non poche titubanze, ha contribuito a fondare. Rutelli avrebbe avuto più coraggio,

lui che “coraggioso” lo è da sempre, se avesse ammesso che nel progetto ha creduto

solamente nella misura in cui poteva consentirgli di ridiventare sindaco di Roma.

5. Sono convinto che si sia tornato a parlare di “nuovo centro” non tanto perché il PD è in crisi

ma perché, esattamente al contrario, ad essere in crisi è il PDL. Chi lavora ad un progetto

“centrista”, cioè, lo fa perché spera o crede in uno smottamento degli attuali assetti partitici

del centrodestra, e segnali che si vada in questo direzione ce ne sono già in abbondanza.

Arrivati a questo punto, caro Massimo, non c’è molto altro da dire. Ho evitato di rilasciare ai

media delle dichiarazioni polemiche per non avallare l’idea che il nostro sia un partito afflitto da

una litigiosità perenne ma credo anche che i Democratici vicentini si meritino qualcosa di più di

un addio a mezzo stampa.

Cordialmente,

Federico Ginato

c/o Fondazione "MAURO NORDERA BUSETTO" Via Carlo Porta 36025 Noventa Vicentina (VI)