UN INCONTRO CON LAURA PUPPATO
(Gianni Sartori)
“Il debito pubblico di cui dovremmo
preoccuparci di più -ci spiega Laura Puppato- è quello con il pianeta che
potrebbe lasciarci senza cibo, acqua
ed energia”. Abbiamo intercettato l'ex sindaco di Montebelluna (unica
donna nelle primarie del PD) alla stazione di Padova, reduce da un incontro a
Spinea con i comitati di sostegno, in attesa del treno per Roma. Una scelta,
quella di fare campagna elettorale con i “mezzi”, in linea con la sua storia
personale di ambientalista.
1) D.
C'era una volta il “ricco Nord-est”, una regione non risparmiata dalla crisi
dopo gli anni di sviluppo economico. Qualche sua considerazione...
R. Qui la politica regionale è probabilmente
vissuta sugli allori, pensando che comunque questo territorio sarebbe stato in
grado di rimanere concorrenziale, competitivo. Ma questo non è accaduto, non
poteva accadere. E' mancata la capacità politica di comprendere di cosa
veramente abbisognava la piccola e media industria.
2) D. In particolare, cos'è mancato?
R. A livello nazionale è venuto meno il
diritto civile ad avere garanzie. Attualmente siamo al 156° posto su 181 paesi
in quanto capacità di tutelare i cittadini, quanto basta per far fuggire le
imprese.
Dall'altro lato, una burocrazia pletorica che
per mettere barriere alla corruzione ha reso impossibile la vita agli utenti.
Predomina la soggettività dei comportamenti, non esiste il merito...Situazioni
che in parte sono un “prodotto tossico” dell'eccessiva burocratizzazione.
Altra carenza, le infrastrutture, sia quelle
telematiche che i servizi a disposizione dei cittadini per trasporto di
passeggeri e merci. A mio avviso abbiamo “perso” scegliendo malauguratamente di
privilegiare il trasporto su strada. Per esempio non puntando sulla metropolitana
di superficie, come in molte città europee, da Berlino a Nantes. Una soluzione
in grado di ridimensionare i costi sociali per le famiglie, ma anche per le
imprese che non dipenderebbero più dalle variazioni dei costi di petrolio e
gasolio. Aggiungiamo che Veneto-Sviluppo avrebbe dovuto tutelare le
micro-imprese, ma non c'è mai riuscito (soltanto le medie). Le aziende che
costituiscono il vero tessuto del Nord-est sono state lasciate sole, così come
non si è investito nella ricerca e nell'educazione.
3) D. Tra le sue proposte anche un Senato
delle Regioni...
R. Anche se la politica attuale sta
rischiando di bypassare tutto, resta l'esigenza di una riforma elettorale e del
dimezzamento dei parlamentari. Ritengo che con la doppia Camera l'attività legislativa
venga rallentata e sono a favore di un Senato delle Regioni come secondo asse
legislativo, una modifica dell'assetto istituzionale che automaticamente
ridurrebbe il numero dei parlamentari. Aggiungo che considero l'attuale
polemica sulle Regioni quantomeno strumentale. Dietro la richiesta di
cancellare le autonomie, unica garanzia per i cittadini di essere governati da
vicino, vedo una forma di neocentralismo.
4) D.
Altre indicazioni in materia di riduzione dei costi e di riforma della
politica?
R. Per un'autentica riforma della politica e
dei partiti è necessario stabilire un tetto ai finanziamenti pubblici,
controllarne l'impiego e, soprattutto, fornire un rendiconto accessibile ai
cittadini. Compito dei partiti, selezionare i propri rappresentanti su criteri
di onestà e integrità personale. Per poter accedere a qualsiasi livello di
candidatura, è indispensabile essere incensurati. Le priorità: una legge
anti-corruzione, una nuova legge elettorale con doppia preferenza, maschile e
femminile, e un sistema uninominale e maggioritario spinto per garantire la
governabilità.
5) D. nel suo programma si parla molto di
mobilità sostenibile. In concreto?
R. Mobilità sostenibile significa
miglioramento della qualità della vita, riduzione dei costi di viaggio, sia in
termini di denaro che di inquinamento, e anche dei costi sanitari (meno
inquinamento e meno alienazione, maggior attività fisica e minor ricorso a cure
mediche). In linea con Kyoto, propongo progetti mirati all'efficienza dei
trasporti per una reale riduzione delle emissioni. In particolare, reti e
servizi per il trasporto collettivo, percorsi protetti pedonali e ciclabili e
reti metropolitane integrate (bus, tram, treno, metro).
6) D. Ritornando al Nord-est, cosa hanno rappresentato le varie Leghe?
Un coagulo di egoismi diversi o una rivalsa identitaria?
R. Colgo un'analogia tra il fallimento di un
determinato sistema produttivo (sostanzialmente fordista) e l'attuale declino
della Lega Nord la cui esistenza si è sempre basata, sostanzialmente, su due
principi-base. Da un lato, individuare un “nemico” (prima i meridionali, poi
gli immigrati...) per fare leva sulla paura e dall'altro il federalismo, inteso
come soluzione a tutti i mali, come panacea, ma in realtà non realizzando nulla
di quanto era stato promesso. Per questo sostengo che alla “Lega della paura” è
subentrata la “Lega delle illusioni”.
7)
D. La discussione sui costi della
politica sembra aver oscurato la questione delle spese belliche. Un suo
commento, ripensando anche all'esperienza di pacifista durante la guerra nella
ex-Yugoslavia...
R. All'epoca del conflitto nella
ex-Yugoslavia, per 4-5 anni, ho preso parte a varie iniziative di aiuto
umanitario, in particolare nelle zone confinanti tra Croazia, Serbia e Bosnia.
Abbiamo potuto vedere con i nostri occhi cosa succede quando la pazzia si
impadronisce di una nazione. Per quanto riguarda la situazione attuale, ritengo
che spendere vari miliardi di euro all'anno per le missioni all'estero (così
come acquistare i nuovi caccia-bombardieri) sia una follia totale. In una
prospettiva di Stati Uniti d'Europa, è fondamentale ripensare la politica
estera. Anche ragionando soltanto in termini di convenienza, emerge la
necessità di una politica estera europea comune, sia in caso di “intervento” che
di “non-intervento”.
8) D. Durante la guerra nella
ex-Yugoslavia ha conosciuto il compianto Alex Langer. Come lo ricorda a 17 anni
dalla morte?
R. Un grande, nella sua umanità. Forse non
così “forte” come appariva, ma profondamente determinato nelle sue scelte, nel
suo tentativo di cambiare comunque qualcosa. Alex ha pagato un prezzo altissimo
per la sua sensibilità, per quello che potrei definire un “eccesso di
generosità”. Quando hai dato tutto, può succedere che dentro ti rimanga un
vuoto...
Gianni Sartori
Nessun commento:
Posta un commento