Succede a Rosanna Filippin, dimissionaria per poter correre la gara a segretaria veneta in quota Pier Luigi Bersani a fine ottobre. Durerà in carica intanto per 7-8 mesi, poi si vedrà. La prossima scadenza per lui e per il Pd berico sarà quando gli 83 circoli comunali e i 3500 iscritti andranno a normale congresso, il primo in provincia, dopo le elezioni regionali di primavera. Il trentacinquenne assessore di Pojana ha avuto ampiezza di consensi nell’assemblea provinciale dei “costituenti” che erano sbucati eletti dalle votazioni popolari del 2007-2008: un organismo, questa assemblea, probabilmente al suo ultimo atto politico importante e prossimamente destinato alla sostituzione con un più tradizionale organismo eletto dalla base, in un normale congresso. Caratteristica della natura di questa “uscente” assemblea nata dal Popolo delle Primarie è stata la candidatura che si è contrapposta a quella del super-pronosticato Ginato, gradito in questa fase - o almeno non sgradito - all’intero ventaglio correntizio che si sta misurando per le leadership nazionale e regionale. Ha provato a contendergli il ruolo, in nome della dialettica interna, Enrica Tessarolo, insegnante di Cartigliano, estranea alle precedenti “radici” partitiche del Pd e quasi sconosciuta all’apparato. Ha trovato le 15 firme di presentazione che servivano dentro l’assemblea dei 164. Ha proposto un suo programma, non alternativo politicamente ma caratterizzato dall’accentuazione dei principi del Pd aperto e partecipato a livello di base. In assemblea - ieri pomeriggio all’Alfa Fiera hotel di Vicenza - ha rappresentato un’opportunissima presenza che ha evitato il grigiore dell’unanimismo. Il risultato, comunque, è stato netto tra i circa due terzi di aventi diritto presentatisi a votare: 70 consensi per Ginato e 20 per la Tessarolo (con 7 schede bianche e 2 nulle).«Recuperare lo spirito del 2007 e del 2008, ritrovare i simpatizzanti che ci avevano dato fiducia»: mentre il Pd si va strutturando in forme meno american-veltroniane di quelle avute per due anni, il comandamento interno resta questo. Dopo la serie di capitomboli elettorali, è il distacco degli entusiasti della prima ora a preoccupare di più il partito. «Osare e un po’ sognare» ha raccomandato a tutti il sindaco vicentino Achille Variati, che nel capoluogo aveva invertito la tendenza. «Mantenere l’unità e ritrovare lo slancio» ha chiesto la Filippin, per venti mesi in prima linea e salutata da un applauso corale e dagli abbracci dei big in sala (dai deputati Calearo e Sbrollini ai consiglieri regionali Berlato Sella e Rizzato), anche lei reduce da una sperimentazione elettorale vincente a Bassano. Sulla gestione di «un Pd più innovativo e veloce» si è impegnato Ginato. Tra gli intervenuti nel dibattito, l’assessore vicentino Antonio Dalla Pozza gli ha raccomandato di curare soprattutto due cose, promettendogli aiuto da parte di tutto il partito provinciale: «Più politica nel territorio» e soprattutto un’attività autonoma staccata dal dibattito interno sulla triade Bersani-Franceschini-Marino e dalle cose solo di casa; e più azione esterna sulle concretezze che tormentano la società vicentina «a partire dalla realtà della crisi e dal problema dei posti di lavoro perduti».
Da "Il Giornale di Vicenza"
di Antonio Trentin
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