NOVENTA.Ieri la posa della prima pietra per il nuovo blocco ospedaliero che ospiterà gli interventi chirurgici di giornata
Via libera alle sale operatorie
Silvia Zamperlin
L'assessore regionale Coletto: «La conferenza dei sindaci deve proporci soluzioni se vuole preservare l'ospedale»
- Mercoledì 06 Ottobre 2010
- PROVINCIA,
- pagina 32
«È necessario ci sia un accordo territoriale per offrire una possibilità all'ospedale di Noventa Vicentina. Non la Regione ma la Conferenza dei sindaci è l'organo determinante per la sopravvivenza di questa realtà: proponeteci una soluzione».
Sono le parole dell'assessore regionale Luca Coletto, intervenuto ieri alla posa della prima pietra del nuovo gruppo operatorio dell'ospedale di Noventa Vicentina. Dichiarazioni che aprono un nuovo scenario viste le notizie che si rincorrono nelle ultime settimane su un presunto "buco" di circa un miliardo di euro nei conti della Regione al capitolo sanità e che imporrebbe ai direttori generali un ulteriore aumento dei tagli sui costi. Una provocazione che non ha colto di sorpresa Carlo Alberto Formaggio, intervenuto in rappresentanza del presidente della Conferenza dei sindaci. «Ci accomuna il lavorare in rete e stiamo già approntando una programmazione», commenta. Convinto della bontà dell'opera anche il direttore generale dell'Urs 6 che ha sottolineato come l'ospedale Pietro Milani con 120 posti letto sia «qualificato e necessiti di un potenziamento in un'ottica di ottimizzazione delle rete sanitaria».
La costruzione del nuovo blocco operatorio avrà lo scopo di incrementare l'attività chirurgica. Sono previste due nuove sale di circa 36 mq ciascuna, posizionate sopra il laboratorio analisi e gli ambulatori, dotate di spogliatoi per il personale e di locali destinati allo stoccaggio dei presidi e delle attrezzature, con ulteriori spazi per impianti ed attività amministrative, una sala d'attesa e servizi per il pubblico. La superficie complessiva dell'intera opera è di 900 mq circa e verrà collegata con l'attuale primo piano del blocco delle Chirurgie e in futuro anche con quello delle Medicine, per una spesa totale di 2.670.000 euro finanziati con fondi già stanziati dalla Regione.
Si allontanerebbe dunque lo spettro di un'imminente fine del nosocomio, dopo lo spauracchio della chiusura estiva del punto nascite e la denuncia dei dipendenti sui lavori in corso al pronto soccorso e mai terminati. «Il pronto soccorso - sostengono - dovrebbe essere la facciata di rappresentanza dell'ospedale ma da 6 mesi è un cantiere edile ora fermo, che inizia con 4 pannelli di legno grezzo». La replica arriva all'inaugurazione dal direttore sanitario e dall'ingegnere a capo dell'opera: «Il cantiere non è stato affatto abbandonato, c'è stato semplicemente un ripensamento ed un adeguamento alle normative sulla sismicità».
Il Partito Democratico di Noventa invoca «la verità sul punto nascite dell'ospedale dopo la denuncia degli anestesisti»
La richiesta appare a caratteri cubitali su un nuovo volantino che il Circolo Pd ha distribuito ai noventani. «Sentiamo forte a nome dei cittadini e del personale dell'ospedale - spiega la coordinatrice del Circolo Cristina Rossi - l'esigenza di capire. Fra le tante contraddizioni chiediamo ai dirigenti dell'Ulss e soprattutto a chi ci governa trasparenza per il bene dei cittadini. Si tratta di allarmismo o di giochi politici inconfessabili sulla pelle della gente ? Entrambi fanno l'interesse del potere ma non quello degli utenti».
Rossi attacca anche la Lega Nord, che questa estate quando lo stop del punto nascite per carenza di medici e ostetriche sembrava ormai imminente, si è schierata contro un'eventuale chiusura del servizio, alzando uno scudo che ha convinto il dg Antonio Alessandri a tornare indietro e a prendere un provvedimento-tampone per garantire la prosecuzione del servizio: «L'ennesima toppa». Nel manifesto di accusa il Pd di Noventa fa una sorta di cronistoria: «Siamo stati i primi, nel silenzio delle istituzioni e dei partiti di governo, con il volantino del 12 luglio, a portare a conoscenza dei cittadini la decisione di chiudere il punto nascite del nostro ospedale. Siamo poi stati informati da un trionfante comunicato della Lega che il problema era stato risolto. Quello che incautamente e scorrettamente non veniva detto era che si trattava di una soluzione provvisoria e costosa: la mancanza del personale medico veniva tamponata con il distacco temporaneo, fino al 30 settembre, di due medici in trasferta dal S. Bortolo di Vicenza. E poi?».
F.P.
Posa della prima pietra al veleno. I sindacati si sentono presi in giro, e diffondono un comunicato firmato Cgil, Cisl, Uil funzione pubblica, e dalla Rsu dell'Ulss che comprende, oltre ai confederali, Nursind, Rdb-Cub e Fsi. «Qualche anno fa iniziarono i lavori per il nuovo pronto soccorso. Ebbene, quei lavori sono fermi e il cantiere è ancora aperto. A maggio del 2008 una stanza adibita ad ambulatorio venne svuotata perché dovevano iniziare i lavori di ristrutturazione del pronto soccorso secondo un nuovo progetto. A distanza di due anni la stanza è ancora vuota, priva di elettricità. Nei primi mesi del 2010 iniziarono i lavori per l'installazione dell'impianto di climatizzazione. L'impianto è stato messo in funzion ma è tutto fermo. Il personale è costretto a lavorare e ad assistere i pazienti in un cantiere aperto».F.P.
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