mercoledì 17 novembre 2010

La nota del mattino

1. LA CRISI MORDE IN ITALIA. E CON L’IRLANDA IN PANNE RISCHIO PER TUTTI.

Il Portogallo e soprattutto l’Irlanda sono in crisi, non riescono a governare il proprio deficit e il proprio debito pubblico. Dopo l’inciampo della Grecia e le dichiarazioni della Germania di non voler sostenere i paesi in difficoltà dopo il 2013, questa crisi rischia di ripercuotersi su tutta l’Europa e addirittura sullo stesso euro. L’Irlanda è un paese piccolo, ma ha un mercato finanziario molto importante, di fatto è la succursale di Londra. Se la crisi non fosse arrestata, tutti avrebbero da perderci, a cominciare dai paesi che hanno un forte indebitamento. Non a caso gli Usa hanno chiesto all’Europa di intervenire. La stessa Unione e la Banca centrale europea hanno offerto all’Irlanda il proprio sostegno. Ma l’Irlanda non intende rinunciare alla propria sovranità sui conti pubblici (in caso di aiuto comunitario tutto viene messo sotto controllo). E dunque, il rischio è alto. (“Nessuno è al sicuro”: Marcello Messori, Il Corriere della Sera; “Inflazione, banche in tilt e conti bloccati. L’addio alla moneta unica sarebbe un incubo”: Maurizio Ricci, La Repubblica).

L’Italia, che già sta affrontando una crisi durissima, con una forte perdita di posti di lavoro e problemi per le imprese, rischia più di altri paesi, perché ha un debito pubblico pesante, pari al 118 per cento di tutta la ricchezza che il paese riesce a produrre in un anno intero. Le bugie del governo hanno coperto fino ad oggi questa realtà. L’incapacità del governo ad affrontare i problemi veri ha aggravato la crisi (il debito pubblico era stato rimesso sulla via della riduzione dal secondo governo Prodi, dopo gli anni del centrodestra). Se c’è tempesta sui mercati finanziari e vengono messi sotto pressione i titoli con i quali gli Stati chiedono prestiti ai risparmiatori, l’Italia rischia di pagare interessi salatissimi e di dover fare manovre di aggiustamento dei conti pubblici drammatiche.

2. MA IL GOVERNO FA MELINA. 15 GIORNI DI TROPPO PER RIPARTIRE.

Pur consapevole della gravità della situazione, il governo di centrodestra ha deciso di fare melina, di prendere tempo, di fare tattica di palazzo per resistere a tutti i costi. Ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha incontrato i presidenti della Camera, Gianfranco fini, e del Senato, Renato Schifani, per evitare ingorghi istituzionali e mettere al sicuro la legge finanziaria per evitare di far correre rischia all’Italia.

Tutte le opposizioni si erano rese disponibili a mantenere un atteggiamento di forte responsabilità pur in presenza di una legge fatta male, che ancora una volta presenta i vizi di incapacità del governo, pur di arrivare prima possibile alla discussione sulla crisi di governo e aprire una nuova fase, rilanciare il paese.

Il governo ha invece chiesto e ottenuto (in cambio di un percorso senza guerra per bande) di votare la finanziaria nei primi giorni di dicembre e di arrivare solo il 13 a discutere le mozioni di sfiducia, per votare insieme, nello stesso giorno del 14 dicembre, la sfiducia alla Camera e il documento di sostegno al governo al Senato.

Bersani: "I problemi della gente sono totalmente dimenticati in questo vergognoso traccheggiamento, in questa melina della crisi irresponsabile”. "Il paese è totalmente ingovernato, bisogna che il Governo si metta nel solco della Costituzione". Le opposizioni avevano dato la disponibilitá a far approvare la legge finanziaria entro il 30 novembre. E questo, ha tenuto a sottolineare Bersani, "nonostante sia una legge che osteggiamo". A far prendere questa decisione è stato "il senso di responsabilitá dell'opposizione" anche perché "potrebbero esserci delle turbolenze sui mercati". E dunque: "Il governo si è preso 15 giorni di troppo, traccheggiando ancora".

Gli obiettivi di Berlusconi sono chiari. Opzione principale: fare calciomercato alla Camera, per verificare se ci sono le condizioni per pareggiare, cercando nello stesso tempo di arginare la frana verso i finiani al Senato. Non importa se il paese resta fermo un altro mese e se poi un governo in queste condizioni non sarà in grado di fare nulla. Opzione due: in caso di sconfitta ad una sola Camera andare subito al voto con l’attuale legge elettorale che gli consentirebbe ancora una volta di nominare (e quindi di tenere personalmente in pugno) tutti i parlamentari, e con il ministro Roberto Maroni, della Lega, saldamente insediato al ministero dell’Interno. In tutte e due i casi, c’è anche un terzo obiettivo che viene perseguito dal presidente del Consiglio: perdere il tempo necessario a rendere più difficile la possibilità che si vada ad un governo di transizione, che lo estrometta.

E invece questa è la soluzione migliore.

(ANSA) - ROMA, 16 NOV - "Serve un governo di transizione, fuori da questa strada non credo ci possano essere soluzioni positive" perchè "se andiamo avanti con il sistema elettorale del 'ghe pensi mi', si perde tempo". Lo afferma Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, al termine dell'incontro del Partito democratico con le parti sociali.

"Non c'è paese al mondo che abbia un sistema di questo genere - aggiunge Bersani - la democrazia plebiscitaria non decide: può produrre finti miracoli, consensi per i sondaggi del giorno dopo ma non fa le riforme". Per questo "il primo passo è una nuova legge elettorale - sottolinea – perché se si va avanti con questa legge – e certo noi non abbiamo paura del voto - ma è certo che fa perdere tempo al paese, perché se ne uscirà comunque con una situazione che non ci consente di andare avanti".(ANSA).

3. L’11 DICEMBRE TUTTI A ROMA PER RILANCIARE L’ITALIA. E MANDARE A CASA BERLUSCONI.

La manifestazione nazionale indetta dal PD a piazza San Giovanni per l11 dicembre diventa in questo contesto un passaggio decisivo. Per sostenere il programma del PD. Per l’Italia. E per dare un segnale inequivocabile: Berlusconi deve andare a casa.

4. PATTO SOCIALE. IL PD PARLA DI REALTA’ CON SINDACATI E IMPRENDITORI.

Ieri pomeriggio il vertice del PD (Bersani, Bindi, Letta, Finocchiaro, Franceschini) ha incontrato i presidenti delle associazioni imprenditoriali (Emma Marcegaglia della Confindustria, Carlo Sangalli di Rete imprese, Giuliano Poletti e Luigi Marino di Legacoop e Confcooperative, l’Abi)

e i segretari di Cgil, Cisl, Uil, Ugl. Al centro del confronto la realtà del paese (“finalmente si parla di realtà” ha dichiarato Angeletti della Uil all’uscita). Il Pd ha illustrato le sue proposte su

Patto Sociale (norme su lavoro, rappresentanza, produttività), sulla riforma fiscale (la proposta di riforma varata dall’assemblea nazionale riunitasi a Varese all’inizio di ottobre e che sarà al centro di un dibattito parlamentare a fine novembre), patto di stabilità interno (i tagli selvaggi a comuni e regioni). Ma ha anche ascoltato le riflessioni e le proposte delle parti sociali. Alla fine dell0’incontro si è convenuto di mantenere aperto il confronto con un periodico contatto tra i tecnici del partito e delle parti sociali.

5. PD. MILANO.

(DIRE) Roma, 16 nov. - Filippo Penati si è dimesso da capo della segreteria politica del leader Pd Pier Luigi Bersani. Con una lettera al segretario nazionale, Penati annuncia un passo indietro dopo la sconfitta del candidato democratico Stefano Boeri nelle primarie a Milano. "Caro Pier Luigi- si legge nella lettera- desidero innanzitutto ringraziarti per la fiducia che hai voluto concedermi chiamandomi a svolgere prima il ruolo di coordinatore nazionale della tua mozione nella fase congressuale e poi quello di responsabile della tua segreteria politica. Per me si è trattato di un'esperienza straordinaria e di un grande onore, del quale ti sono profondamente grato". Penati ricorda di aver condiviso "la scelta compiuta dalla Direzione provinciale milanese di candidare Stefano Boeri alle primarie per le comunali di Milano. Di fronte al risultato della consultazione di domenica scorsa e al dibattito che ne è seguito credo sia necessaria una mia assunzione di responsabilitá. Ora è necessario superare rapidamente la pur doverosa fase di chiarimento che ci vede ancora una volta ripiegati su noi stessi e accettare l'esito delle primarie, senza rinviare la campagna elettorale per Giuliano Pisapia che ci deve portare a sconfiggere le destre a Milano".

Penati aggiunge che "proprio perché la vittoria alle comunali di Milano è piú importante delle vicende personali, e perché credo che con Giuliano Pisapia si possa vincere, intendo rinunciare all'incarico di responsabile della segretaria politica che tu mi hai affidato". L'esponente democratico chiede di "riconfermare la fiducia al giovane gruppo dirigente milanese e lombardo" e di "chiudere in fretta il confronto nel nostro partito". Ora, conclude Penati, "serve che il Pd sia in campo con Pisapia per battere la Moratti. Da parte mia continuerò a lavorare con la passione e l'impegno di sempre per la vittoria a Milano e per l'affermazione dell'alternativa nel Paese. A te il mio piú sincero augurio di buon lavoro".

(DIRE) Roma, 16 nov. - "Quello di Penati è un gesto che gli fa onore, e che conferma la mia stima nei suoi confronti. Ho preso atto, della sua decisione di rinunciare ad impegni operativi a livello nazionale, e di mettersi al servizio per un rilancio del centro sinistra a Milano e in Lombardia a sostegno del giovane gruppo dirigente lombardo". Lo dice Pier Luigi Bersani, segretario del Pd. "Resta ovviamente fermo il contributo di Filippo agli organismi dirigenti nazionali e all'impostazione della battaglia generale del Partito democratico", conclude Bersani.

6. NAPOLI. FUGA DALLE RESPONSABILITA’.

A forza di annunciare miracoli senza affrontare davvero le difficoltà della realtà il governo ha prodotto il caos. A Napoli ora si rischia la tragedia. "A Napoli si rischia il disastro

ambientale da qui a 30 giorni". Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare d' inchiesta sul ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella (Pdl) al termine delle audizioni tenute nella Prefettura di Napoli.

7. SAVIANO. LA LEGA COLPITA AL CUORE.

Roberto Saviano ha parlato nella trasmissione “Vieni via con me” della criminalità organizzata in Lombardia. E dei rapporti con la Lega. Il ministro Maroni è insorto. Ma questa è solo l’ultima dimostrazione che la Lega predica in modo e spesso agisce in un altro. Altrimenti perché avrebbe votato le leggi vergogna o consentito per difendere dai processi il sottosegretario Nicola Cosentino?

8. BRESCIA, 36 ANNI DOPO: SI APPLICHI LA LEGGE SUL SEGRETO DI STATO.

La Cassazione ha assolto tutti gli imputati per la strage di Brescia. Ancora una strage senza colpevoli, ma per la quale le inchieste hanno dimostrato interventi di depistaggio. L’attuazione della legge sul segreto di Stato diventa indispensabile. Come ha detto già questa estate il presidente del Copasir, la commissione parlamentare sui servizi segreti, Massimo D’Alema. (AGI) - Roma, 29 lug - Il Copasir avvisa il Governo: sul segreto di Stato non può piú essere rinviata "la piena attuazione dei principi previsti dalla legge 124". Il Copasir conferma "il proprio interesse a che questo essenziale profilo della riforma sia pienamente attuato". Lo si legge nella relazione annuale del Copasir al Parlamento.

La legge 124 di riforma dei servizi segreti, approvata durante il Governo Prodi, prevede che il segreto di Stato non possa durare più di 30 anni. Il Presidente del Copasir, Massimo D'Alema, ha dichiarato alla stampa: "Uno degli aspetti piú innovativi della riforma dei servizi era proprio la limitazione del segreto di Stato ad un periodo di 15 anni, prorogabili per altri 15. Poi il Governo ha creato la Commissione Granata con il compito di analizzare la questione e le conclusioni che questo organismo ci ha appena inviato appaiono problematiche, perché aprono la strada al rischio di un drastico ridimensionamento dell'accesso ai documenti coperti da segreto di Stato, con la possibilitá anche da parte degli stessi servizi che, classificandolo 'segretissimo', possono non rendere consultabili documenti senza che vi sia una decisione politica. Noi - prosegue D'Alema - puntiamo ad allargare la discussione sul tema e pensiamo di organizzare un convegno con storici, giornalisti ed associazioni di vittime che chiedono l'accesso ai documenti". La disciplina del segreto di Stato - annuncia D'Alema - sará uno dei punti piú impegnativi nell'agenda del Copasir alla ripresa delle attivitá.(AGI)

9. SCUOLA. OGGI MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA.


PD.Nazionale

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