La chiusura è definita “provvisoria”. Di fatto il reparto viene smantellato, il personale trasferito al S.Bortolo di Vicenza, dove il problema è nato e per le cui carenze è l’ospedale di Noventa a pagare e con esso i cittadini di un vasto territorio interprovinciale che non può contare su altre, analoghe strutture. Ne esce aumentata anche la preoccupazione per le sorti complessive del nostro nosocomio: il punto nascite appare come l’anello più debole di una catena che sembra sul punto di spezzarsi definitivamente.
Adesso ci dispiace dire che, inascoltati, avevamo lanciato da tempo l’allarme.
Neppure è sufficiente ricordare le responsabilità politiche, in particolare della Lega Nord:
1) per aver provocato, con i suoi quattro Assessori Regionali succedutisi negli ultimi anni, una voragine di 1 miliardo di euro nella sanità veneta.
2) per non aver messo il Direttore Generale dell’Ulss 6 nelle condizioni organizzative ed economiche di garantire un servizio sicuro ed adeguato alle reali esigenze del territorio (dal verbale dell’incontro tenutosi in Prefettura il 23/12: “.. il Segretario Regionale per la Sanità ha autorizzato il temporaneo accorpamento dei due punti nascita dal 30 Dicembre 2010 .. “)
3) per aver colpevolmente ingannato i cittadini annunciando con toni trionfalistici di aver definitivamente risolto il problema ancora nel Luglio scorso.
Giunti a questo punto è indispensabile unire le forze politiche, sindacali e sociali per difendere e rivendicare le buone ragioni dell’Area Berica, la sua peculiarità territoriale e la necessità di una autonomia che la preservi e riscatti dallo storico ruolo di cenerentola che paga per colpe altrui.