lunedì 14 novembre 2011

21 novembre 2011, ore 20.45


Incontro promosso dal circolo PD di Noventa, un'importante riflessione sui minori: legalità e prevenzione in occasione della Giornata Mondiale del Fanciullo. Una grande occasione per analizzare la situazione territoriale, per capire le criticità e per trovare delle risposte.

venerdì 22 luglio 2011

Costi della politica: ecco le proposte del PD

Di fronte all’emergenza economica il Pd ritiene che la politica debba dare un contributo concreto di sobrietà e di responsabilità, lottando invece contro le concezioni demagogiche che rischiano di confondere tutto e non risolvere nulla.

Per questa ragione il Pd ha da tempo messo a punto precise proposte e dato vita a concrete iniziative parlamentari sul tema dei costi della politica e delle riforme istituzionali. Al Senato ha anche presentato emendamenti alla manovra del governo insieme a Idv e Udc, misure che il governo e la maggioranza hanno respinto, impedendone l’approvazione, ma che restano validi punti di riferimento per gli interventi da realizzare.

- Riduzione numero dei parlamentari. Il Pd ha presentato da tempo diverse proposte di legge per ridurre entro la legislatura, il numero dei parlamentari e cambiare le funzioni del Senato. Per esempio, una Camera con 400 deputati e un Senato Federale con 200 senatori. E’ possibile calendarizzare già dal prossimo settembre il provvedimento volto alla riduzione dei parlamentari.

- Retribuzioni dei parlamentari. Il Pd punta a modificare la legge del 1965 che lega la retribuzione dei parlamentari alla retribuzione dei magistrati italiani, per scegliere un nuovo parametro. L’obiettivo è di allineare l’Italia alla media delle retribuzioni dei parlamentari degli altri paesi europei.

- Vitalizi. Con una decisione interna alla Camera e al Senato (gli organi costituzionali hanno un’autonomia decisionale sul proprio bilancio) il Pd propone di rivedere entro la legislatura i vitalizi dei parlamentari riportandoli al sistema previdenziale in vigore per tutti gli altri cittadini iscritti all’Inps.

- Risparmi e trasparenza su affitti e servizi. Il Pd propone di lavorare concretamente all’interno dei bilanci di Camera e Senato per ridurre la spesa collegata agli immobili (affitti), per dare trasparenza e risparmiare sui servizi offerti.

- Gli emendamenti al Senato. Con gli emendamenti alla manovra proposti anche insieme a Idv e a Udc il Pd punta inoltre ad alcune riforme capaci di dare un contributo importante al contenimento della spesa pubblica.

Tra queste proposte vi sono:
1. L’accentramento dei comuni più piccoli.
2. L’accorpamento delle province sotto i 500.000 abitanti (di fatto si arriverebbe ad un dimezzamento delle attuali province).
3. L’accorpamento delle società che fanno capo ai comuni (un comune non potrà avere più di una società: e così verrebbero meno migliaia di aziende, con i relativi consiglieri).
4. La totale incompatibilità dell’incarico dei parlamentari con qualsiasi altro incarico (sindaco, consigliere, presidente di provincia…).
5. Taglio delle auto blu e dei voli blu, limitandone l’uso a chi ne ha davvero bisogno.
6. Reintroduzione del tetto alla retribuzione dei manager pubblici

Queste proposte costituiscono un punto fermo del Pd, un patrimonio di iniziative sulle quali daremo battaglia e che il Pd si impegna a realizzare.

lunedì 20 giugno 2011

PEZZO DOPO PEZZO SMANTELLANO L’OSPEDALE.

La chiusura definitiva del punto nascite è ormai un dato acquisito, non se ne parla neanche più. Chi temeva che quello fosse il primo passo verso la chiusura dell’Ospedale ora ha nuovi motivi di preoccupazione.

Prosegue infatti l’opera di progressiva distrazione di risorse e servizi che sta sfigurando il volto di nel nostro nosocomio.

Queste sono le ultime, al momento ufficiose, “notizie dal fronte”:

- ginecologia accorpata a chirurgia, con conseguente riduzione dei servizi dedicati.

- eliminazione di posti letto ( si dice 12) nel reparto di medicina.

- diminuzione degli ambiti di intervento di chirurgia.

Tutto ciò avviene in un quadro generale di ridimensionamento complessivo delle prestazioni e della qualità dei servizi, con liste d’attesa dai tempi inaccettabili e conseguente, progressivo ricorso da parte dei cittadini ad altre strutture, in particolare private.

Tutto questo nel silenzio più assoluto, anche da parte di chi, come la Lega (sempre meno di lotta e sempre più di governo e poltrone) aveva affermato di aver risolto ogni problema: resterà nella storia il trionfante volantino con cui comunicava di aver salvato il punto nascite.

Tale situazione appare essere il risultato di tante deboli iniziative e millantati successi vantati dalle forze di governo: la Giunta Spigolon, Lega e Pdl non hanno lesinato dichiarazioni di guerra e documenti ultimativi contro il Direttore Generale dell’ULSS 6, ottenendone solo l’ostilità e colpevolmente ignorando le vere responsabilità che stanno tutte a livello regionale.

infine, come Partito Democratico, abbiamo raccolto migliaia di firme a sostegno di una lettera inviata al Presidente Zaia evidenziando tutte le buone ragioni per mantenere in vita il nostro Ospedale: risposta non pervenuta, evidentemente l’opinione dei cittadini non interessa.

Allora diciamo chiaramente che non c’è speranza di cambiare le cose se non sono i cittadini stessi, e con essi i lavoratori dell’Ospedale, a far sentire la propria voce organizzandosi e iniziando efficaci azioni di sensibilizzazione, di protesta e di proposta.

Noi del Pd saremo al loro fianco. c.i.p. 18/06/2011

giovedì 19 maggio 2011

DONNE DEMOCRATICHE

CONFERENZA PERMANENTE DELLE DONNE DEMOCRATICHE

Provincia di Vicenza

sabato 21 maggio 2011

è indetta la

ASSEMBLEA NUMERO ZERO

della

Conferenza permanente delle Donne Democratiche

della Provincia di Vicenza

presso la sede del Partito Democratico

via dell’Oreficeria 32

Vicenza

dalle ore 16.00 alle ore 19.00

Programma dei lavori

Ore 16.00/ 16.15 Registrazione delle partecipanti

Ore 16.15 Presentazione delle finalità della Conferenza

Ore 16.30 Relazioni delle Delegate alla Conferenza Nazionale di Roma

Ore 16.45/ 17.30 Dibattito su temi di genere

Elezione della Portavoce della Conferenza

17.30 Presentazione delle candidature

18.00/18.30 Votazione

Durante le operazioni di votazione, sarà aperto il buffet, con aperitivi, ecc…

domenica 1 maggio 2011

14 maggio 2011


Perchè esiste la Politica? Oggi più che mai c'è la forte necessità di ritrovare una mediazione tra il 'bene comune' e il mezzo per raggiungerlo. Il prof. Antonio Zulato, docente di filosofia e storia, ci riporterà ai fondamenti della 'filosofia politica' per riscoprire i pensieri dei grandi filosofi per confrontarli con i pensieri dei nostri politici moderni.

7 maggio 2011

1 maggio 2011-Messaggio di Bersani a chi il lavoro ce l'ha e ha paura di perderlo e a chi non ce l'ha

lunedì 14 marzo 2011



In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia
coloriamo Noventa Vicentina di VERDE BIANCO ROSSO:
esponiamo la nostra bandiera Tricolore sui balconi e sulle finestre

Antonio Ingroia: l'intervento in piazza, le critiche, la replica

Sabato dal palco del Costituzione Day di Roma il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia ha attaccato la riforma della Giustiziaattirando su di sé una pioggia di critiche. Il quotidiano Il Giornale ieri ha titolato: 'Altro che indipendenza. Questo magistrato deve dimettersi'. E il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha invocato l'intervento del Csm.
Le parole di Ingroia hanno sollevato il Pdl e non solo. Se nel corso della trasmissione 'In mezz'ora' di Raitre il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha spiegato a Lucia Annunziata che nei confronti del pm non c'è alcuna intenzione di richiedere un procedimento disciplinare, dallo studio del Tg 1, dove si è presentato per parlare di 'Qui Radio Londra' che partirà questa sera, Giuliano Ferrara ha detto: 'Non si possono fare comizi se si indossa una toga. Penso che sia urgente una riforma della Giustizia, ma è anche importante che Napolitano dica qualcosa, faccia qualcosa, si muova'.
In questo mare di polemiche il vicepresidente del Csm Michele Vietti, chiamato in causa da Cicchitto, ha voluto raccomandare 'prudenza ed equilibrio a tutti, sia ai magistrati, sia alla politica, sia ai giornalisti'. Ai microfoni di SkyTg24 Vietti ha poi affermato: 'La situazione è tale che si debba consentire a tutti di dire ciò che pensano su questa riforma che incide molto sull'attività dei magistrati'.
Intervistato dal quotidiano La Repubblica, Ingroia ha replicato a tutte le critiche lanciate dopo il suo intervento in piazza. Il procuratore aggiunto di Palermo ha detto: 'La magistratura non vuole sostituirsi al potere legislativo, ma nel rispetto del potere legislativo un magistrato può esprimere il suo punto di vista tecnico su scelte che rischiano di essere uno strappo rispetto ai principi fondanti dell'assetto costituzionale della giustizia e ai diritti fondamentali dei cittadini'.
A proposito di un ipotetico disorientamendo dell'italiano medio 'rispetto ad alcune prese di posizione pubbliche dei magistrati nel dibattito politico', il pm ha spiegato di non vedere alcun disorientamento, ma piuttosto un desiderio diffuso di capire e sentire pareri diversi. Secondo Ingroia gli italiani sono vittime di una disinformazione massiccia, 'la stessa che anni fa attaccò Paolo Borsellino, quando fece una denuncia pubblica sul calo di tensione nella lotta alla mafia'. Il pm ha spiegato: 'Era una denuncia che investiva contemporaneamente la politica e la magistratura. L'attacco fu non sui contenuti che Borsellino esprimeva, ma direttamente alla sua persona. Oggi, vedo la stessa intolleranza. Certo, con uno spiegamento di uomini e mezzi molto più massiccio'.

Parlando del suo intervento, il procuratore aggiunto di Palermo ha affermato di aver espresso considerazioni critiche, ma sobrie così come richiesto da Vietti e ha detto: 'Credo di avere il diritto, ma anche il dovere di fare sapere il punto di vista dei magistrati su una questione che riguarda tutti. Non mi sembrano affatto sobri, invece, gli attacchi che gettano fango su chi non la pensa allo stesso modo. Ecco perché ho apprezzato le parole del ministro della Giustizia, che mostra tolleranza nei confronti delle opinioni diverse'.

Ingroia ha poi spiegato che quella di sabato non era una manifestazione di partito, ma un'iniziativa in difesa della Costituzione. Il pm ha auspicato che il clima possa rasserenarsi, 'anche se le premesse non sembrano delle migliori', e che non sia iniziata una 'caccia al pm'.

venerdì 25 febbraio 2011



se non hai ancora firmato

e vuoi cambiare l'Italia


il Circolo PD

di Noventa Vicentina

ti aspetta


domenica 27 febbraio

dalle ore 10.00 alle ore 12.00

in sede PD a Noventa Vicentina

via C.Porta

(a fianco edicola "il punto")

mercoledì 16 febbraio 2011

Venerdì 18 febbraio 2011, ore 20.45







PER UN GIORNALISMO "LIBERO"


con OLIVIERO BEHA- giornalista e scrittore

conduce la serata

MARCO DOTTI - giornalista


mercoledì 19 gennaio 2011

Lettera aperta sul ricatto Fiat alle lavoratrici e ai lavoratori

da Marta

Lettera aperta sul ricatto Fiat alle lavoratrici e ai lavoratori – Reggio Emilia, 17-01-11

Marisa Iori ( delegata del calzificio Bloch), Edda Montecchi (delegata Confit confezione), Franco Spaggiari (delegato Max Mara), Anna Scappi (delegata Max Mara), Paola Vezzosi (delegata Max Mara ), Paola Tirelli (delegata Coop.Nord Emilia), Piera Vitale (delegata calzificio Bloch)

Che viso avrà, a chi somiglia di quale potrei essere amica…..”

Cominciava così la bella introduzione di Rossana Rossanda al libro (Una storia Tante storie. Operaie della Bloch a Reggio Emilia. 1924-1978) sulla fabbrica fallita nel 1978 dopo oltre 50 anni di presenza sul mercato della calzetteria, dopo aver visto la presenza e la crescita di varie generazioni di donne, dopo 3 anni di lotte per evitarne la chiusura.

I visi delle operaie e degli operai Fiat, li abbiamo visti in questi giorni davanti ai cancelli della fabbrica o nel centro di Torino a dispensare volantini, a spiegare le ragioni del loro voto al referendum/ricatto, voluto dall’amministratore delegato Sergio Marchionne e dall’azienda.

Sono visi tirati dalla preoccupazione, dalla paura…Si, è una parola drammatica, ma si sono espressi proprio così: “Sappiamo che è un ricatto, ma il rischio che non faccia l’investimento a Torino, non possiamo correrlo: abbiamo figli, abbiamo il mutuo…..”

Altri e altre, gridano che non è giusto cedere, che non si possono accettare le limitazioni di diritti fondamentali quali la rappresentanza sindacale, la possibilità di scioperare a fronte di ingiustizie e vessazioni, di ricevere ritorsioni durante la malattia, di veder cancellare contratti e di dover subire il peggioramento della condizione di vita e della stessa salute attraverso l’elevamento dei turni e degli orari di lavoro.

Chiedono sopratutto di contrattare, non di subire le scelte che riguardano la loro vita.

Li abbiamo visti in questi giorni grazie alla FIOM che ha detto no ad un simile ricatto. Li abbiamo visti qualche mese fa a Pomigliano (che tra l’altro doveva rimanere un caso isolato).

Erano anni che non si parlava più di loro, lasciati al loro destino di cosiddette figure marginali. Non creava scandalo sentire definire il lavoro: interinale, intermittente, a tempo determinato; lavoro sempre più scarso, meno sicuro, con meno diritti perchè a termine. Dove la tanto decantata flessibilità introduceva la precarietà che ha sconvolto e impoverito la società, ha reso le persone uguali alle merci, ha tolto alle nuove e alle future generazioni, anche il diritto di sperare, pensare ad un futuro.

Noi delegate e delegati del settore tessile e non solo degli anni”70 abbiamo vissuto un’altra stagione, un altro tempo.

Un tempo in cui le grandi aziende, oltre alla fatica e ai problemi consentivano esperienze comuni, lotte di emancipazione dall’arretratezza economica e dalla subalternità (sopratutto per le donne).

Il lavoro non solo come necessità di affrancarsi dalla povertà, ma come avanzamento concreto verso l’uguaglianza, le richieste per ottenere le scuole per l’infanzia, le mense, il controllo della salute.

Era il tempo dove si arrivava ad affezionarsi alla macchina e al prodotto che si contribuiva a realizzare.

C’era l’orgoglio operaio (come abbiamo visto scritto sulle maglie dei lavoratori FIOM davanti ai cancelli).

Tutte rose,dunque?Ovviamente no! Avevamo Maramotti precursore di Marchionne, alla Max Mara il sindacato, le lavoratrici, i lavoratori erano ostacolati nell’esercitare i diritti che nelle altre fabbriche erano condizioni e relazioni normali.

Le condizioni di lavoro determinate dal cottimo, hanno rappresentato umiliazioni, divisioni tra le stesse lavoratrici, problemi di salute molto seri (consigliamo di leggere le loro testimonianze nel libro “lavorare e vivere a Max Mara”del 1987).

Abbiamo, dunque, vissuto il tempo della soggettività operaia, del protagonismo delle donne (entrate a migliaia nel mondo del lavoro) e attraverso le lotte, l’ottenimento di diritti fondamentali aggrediti pesantemente negli ultimi 30 anni.

I processi di ristrutturazione che a metà degli anni”70 hanno ridimensionato le grandi aziende, hanno prodotto il famoso “piccolo è bello” sconvolgendo l’apparato produttivo del Paese riducendolo alle miriadi di piccole aziende che oggi, oltre ad aver ridotto i diritti (scarsamente esigibili non essendoci in molti casi la presenza del sindacato), ne ha indebolito la possibilità di competere in questo selvaggio sistema che è la globalizzazione.

Queste nostre considerazioni vogliono dire che non esiste un solo modo di affrontare i problemi.

Che le imposizioni solo perchè si è in posizioni dominanti e per giunta privilegiate, non costruiscono buone relazioni, né sviluppo equilibrato, né la tanto sbandierata modernità.

L’atteggiamento della Fiat attraverso il ricatto: “votate si altrimenti chiudo”è l’affermazione più antica che le lavoratrici e i lavoratori conoscono.

Come pure le disparità di reddito che questi manager incarnano; antiche nella modalità, scandalose nella quantità.

Disparità che fa il paio con il concetto di modernità di questo governo e di molti politici: chiedere a chi lavora di accettare sacrifici, aumento di produttività attraverso l’aumento dei turni, straordinario non contrattato, riduzione delle pause……Mentre nel nostro Paese, si registra il più alto numero di parlamentari, ministri,sottosegretari; compensi più alti al mondo a fronte della più bassa presenza in parlamento, dei peggiori risultati sociali ed economici a livello europeo.

A tutto questo, si aggiunge la divisione a sinistra nell’esprimere una valutazione chiara sull’attacco che viene portato a chi lavora in questo Paese.

Il P.D.,il partito più grande dell’opposizione, ha preferito non prendere posizione a favore delle lavoratrici e dei lavoratori perchè diviso e perchè non li ritiene più soggetto di riferimento fondamentale.

A Reggio Emilia, si sono scomodati 24 sindaci (tra loro diverse sindache purtroppo) del partito Democratico che hanno invitato (tra le altre cose), a valutare nuove relazioni sindacali basate sulla presenza dei dipendenti nei consigli di amministrazione (alla tedesca, dicono) o la loro presenza nel capitale tramite fondi finanziari (all’americana).

Consigliamo loro di approfondire meglio le debite differenze tra le realtà che hanno citato e la reale situazione del nostro Paese.

Altro consiglio: valutino meglio le condizioni di lavoro, di diritti e di salario di chi lavora nelle cosiddette cooperative a cui affidano pezzi di servizi pubblici.

Ci risulta, che esternalizzano detti servizi, proprio perchè il costo del lavoro è inferiore. A scapito di chi?

E’ forse tale contraddizione che ha impedito un giudizio severo sull’atto d’imperio di Marchionne?

L’esito del voto al referendum/ricatto, ha dato un risultato chiaro. La risicata maggioranza dei si, non hanno dato carta bianca alla Fiat e ai sindacati che hanno firmato l’accordo di cancellare diritti e democrazia così duramente conquistati. Hanno detto no in maggioranza i lavoratori e le lavoratrici che avrebbero dovuto subirlo concretamente, sulla loro pelle. E’ con loro, dalla loro parte che vogliamo stare partecipando a tutte le iniziative di lotta che nei prossimi giorni decideranno a partire dallo sciopero del 27 Gennaio.


Marisa Iori ( delegata del calzificio Bloch)
Edda Montecchi (delegata Confit confezione)
Franco Spaggiari (delegato Max Mara)
Anna Scappi (delegata Max Mara)
Paola Vezzosi (delegata Max Mara )
Paola Tirelli (delegata Coop.Nord Emilia)
Piera Vitale (delegata calzificio Bloch)

le donne del PD si mobilitano

da Marta
dico io: era ben ora.
Frida Roy, 18 gennaio 2011,
Caso Ruby Raccoglieranno firme in tutta Italia per difendere la dignità delle donne che il Premier con gli ultimi sviluppi sul caso Ruby ha calpestato. A lanciare la mobilitazione è il Partito democratico in particolare le donne della segreteria Pd che hanno fatto la proposta durante la riunione nella sede del partito. "E' stata calpestata la dignità delle donne - hanno spiegato - esigiamo rispetto"

Il caso Ruby tocca tutti, le donne in particolare. E mentre le ministre del Pdl scendono in difesa del premier definendolo un "perseguitato" e la "prima vittima di un massacro mediatico", le donne della segreteria del Pd decidono di raccogliere firme per chiedere il rispetto di una dignità femminile che in questi ultimi giorni, è stata più volte "calpestata". Ma parlano anche di "dignità del Paese".

Dal centrodestra si opta per la politica dello struzzo. "In questa temperie politica e culturale le parlamentari del PDL sentono il dovere - scrivono in in una nota- di sottolineare con forza l`intensa e appassionata azione del Governo Berlusconi compiuta a favore delle donne e per il rispetto complessivo della condizione femminile e dei minori. Infatti, sono del nostro Governo la legge sullo stalking, l`inasprimento delle pene per i reati di violenza sessuale, l`approvazione della Convenzione di Lanzarote contro gli abusi sui minori, la lotta alla pedopornografia, la legge contro le mutilazioni genitali femminili e quella sulle quote rose all`interno dei cda".

Dopo gli ultimi sviluppi che hanno interessato il premier, dalla segreteria del Partito democratrico arriva la proposta di una raccolta firme da fare in tutta Italia: "Adesso basta. Esigiamo rispetto. Il capo dell'esecutivo ci imbarazza davanti al mondo", si legge nel comunicato.
"Presidente, ora basta. Si dimetta adesso. Liberi l'Italia dall'imbarazzo", continua il comunicato. Lo spettacolo indecoroso che sta offrendo al mondo intero non è degno di un Paese civile. Ciò a cui stiamo assistendo supera ogni limite, in un decadimento dei costumi e della morale pubblica, a cui pure ci aveva tristemente abituato, che oggi precipita all'estremo della prostituzione minorile", scrivono nella lettera Roberta Agostini, Stella Bianchi, Cecilia Carmassi, Annamaria Parente, Francesca Puglisi.
"E' intollerabile che i suoi comportamenti la espongano all'accusa di essere il diretto protagonista e impresario del set degradante che ci ha già propinato in decenni di trash televisivo. Ed altrettanto intollerabile è che proprio lei, che a parole sbandiera il primato del merito e della famiglia, nei fatti cerchi solo un patetico acquisto di favori sessuali, riducendo le donne a merce e oggetto di scambio. Le donne di questo Paese sono altro: sono talento, lavoro, impegno, fatica, bellezza, cuore, dignità e serietà. In nome della nostra dignità e serietà, esigiamo rispetto", concludono nella lettera.

Una lettera che raccoglie l'immediata adesione di tutte le deputate del gruppo Pd alla Camera dei deputati. Qui, a lanciare l'iniziativa la deputata lombarda Emilia De Biasi: "Siamo con le donne della segreteria nazionale del Pd, perché la dignità delle donne e delle istituzioni non può essere ulteriormente calpestata: Berlusconi si deve dimettere. Siamo all'ultima fermata, quella dei festini con le minorenni, della sovrapposizione fra vita privata e ruolo pubblico del premier, abituato a comprare tutto: aziende, deputati, donne. Non in nostro nome, presidente Berlusconi". E' quanto si legge in un appello sottoscritto da Emilia De Biasi, Elisa Marchioni, Delia Murer, Barbara Pollastrini, Lucia Codurelli, Anna Paola Concia, Susanna Cenni, Luisa Gnecchi, Donatella Mattesini, Letizia De Torre, Ileana Argentin, Marina Sereni, Sabina Rossa, Maria Coscia, Paola De Micheli, Raffaella Mariani, Laura Froner, Maria Grazia Gatti, Chiara Braga, Rosa Villecco Calipari, Manuela Ghizzoni, Carmen Motta, Marilena Samperi, Doris Lo Moro, Sesa Amici, Marianna Madia, Donata Lenzi, Luciana Pedoto, Silvia Velo, Alessia Mosca, Rosa De Pasquale, Daniela Cardinale, Alessandra Siragusa, Amalia Schirru, Luisa Bossa, Daniela Sbrollini, Teresa Bellanova, Caterina Pes, Giusy Servodio, Vittoria D'Incecco, Elisabetta Rampi, Pina Picierno, Laura Garavini, Maria Grazia Laganà Fortugno, Cinzia Capano, Donatella Ferranti.

martedì 11 gennaio 2011

CENA DEMOCRATICA




















La serata aperta agli iscritti e amici del PD vuole essere un' occasione di incontro conviviale e anche una grande opportunità, visti gli ospiti di rilievo, di ascolto dei passaggi politici piu' rilevanti dell'anno trascorso e delle proposte per il nuovo anno .



Il circolo PD di Noventa e gli ospiti presenti alla serata

Vi aspettano

sabato 8 gennaio 2011

quelli che aspettano l'Italia che resiste


Quello che mi viene spontaneo scrivere dopo la manifestazione davanti all'ospedale.
alcuni di noi c'erano e hanno parlato altri anche se presenti non lo hanno fatto altri invece non c'erano. Sappiamo benissimo quale sarà il risultato finale ma ... io mi pongo una domanda:
  • è giusto lasciare che siano altri a definire il nostro presente e il nostro futuro? e che?forse siamo dei Don Chisciotti sgangerati?
Erri De Luca, in un suo scritto, si esprime così:

“Don Chisciotte è partito per riparare torti, assistere bisognosi,
liberare gli oppressi e allora riesce a scorgere i maligni anche sotto
le banali apparenze. Per lui la realtà è travestimento. E ci si slancia
contro per colpire le soverchianti forze della prepotenza. E finisce
atterrato, battuto, si riassetta dalle ammaccature ed è pronto per
l'avventura nuova. Non si lascia abbattere da nessuna sconfitta. È
perciò invincibile, titolo che spetta non a chi vince sempre, ma a chi
si dichiara arreso e dopo ogni batosta si batte di nuovo, ancora e a
oltranza. I nostri tempi sono suggestionati dall'attributo 'vincente',
che esalta il vincitor perpetuo, buono da copertina, ma fasullo alla
prima prova contraria di una sconfitta. Allora l'acclamato vincente
perde un colpo e il suo smalto si sgretola in angosce, farmaci, droghe.
'Vincente' è la moneta falsa d'oggigiorno. Mentre invincibile è
Chisciotte che non vince mai e che pure quando ottiene per accidente il
dominio di un regno, lo regala al suo scudiero Sancho. (...) Né
sognatore, né utopista, Chisciotte, l'invincibile che non ne vince una,
resta invincibile perché da nessuna sconfitta annientato, anzi da ogni
sconfitta resuscitato per battersi di nuovo. (...) Il visionario non è
un sognatore, ma un perseguitato in veglia da un lucidità spietata.
Accetta di portarla sapendo di cacciarsi in un isolamento. La leggenda
su di lui pretende che sia un travisatore della realtà. Ma è più
realista forse chi ha di fronte un torto, un'ingiustizia, e resta
inerte? Non è un travisatore di realtà chi assiste a una prepotenza
credendosi davanti a una scena come spettatore? L'inerzia dello
spettatore è della peggior pasta: travisa la realtà, la riduce a scena
offerta allo sguardo”
(Chioschiottimista, Dante & Descartes, 2010)


Battersi e resistere, ripartire sempre...

Marta

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